Il parco degli elefanti del Botswana

Terminata la lussuosa colazione offerta dal lodge di Kasane, imbarchiamo i bagagli sui fuoristrada e ci prepariamo per affrontare i prossimi sette giorni di camp in totale immersione nella Natura più selvaggia del Botswana. Prima tappa il Chobe National Park, di cui ieri abbiamo esplorato le sponde ricchissime di fauna navigando a bordo di un’imbarcazione dedicata alle escursioni fotografiche. L’avvistamento dell’attraversata a nuoto del grande fiume Chobe da parte delle famiglie di elefanti al tramonto è il trofeo più ambito di chi raggiunge l’estremo nord-est del Paese.
Terminato il disbrigo di documenti e permessi al Sedudu Gate lasciamo la strada asfaltata per affondare i pneumatici dei Land Cruiser nella sabbia delle piste che attraversano il parco. Il Chobe N.P. è percorso da due strade parallele unite costantemente tra loro da diverse ripide bretelle. La prima si snoda sulla cresta di una collina che segue parallelamente il versante sud del fiume Chobe, mentre la seconda ne lambisce le acque. Durante la stagione delle piogge il livello del fiume sale di diversi metri e molto spesso la pista più bassa risulta completamente sommersa e inagibile. Siamo a fine agosto, nel cuore della stagione secca, ottima per gli avvistamenti in quanto l’acqua inizia a scarseggiare e gli animali si concentrano nelle poche zone umide rimaste o sulle sponde dei fiumi.
Si dice che nel Chobe N.P. ci sia la più grande concentrazione di elefanti d’Africa. Viene stimato che siano circa 120.000 a muoversi tra i confini del parco. A prima vista sembrerebbe un dato rassicurante per la sopravvivenza della specie, ma purtroppo la realtà è ben diversa. L’alta concentrazione di elefanti in un’area piuttosto ridotta è dovuta al fatto che la creazione di aree protette poco estese ha ridotto drasticamente la possibilità di spostamento di tutti gli animali, rendendo impossibili le loro naturali migrazioni stagionali, modificando quindi i loro comportamenti. Qualcuno dice che gli elefanti sono ormai troppi, che devastano le distese di acacie e mopane e che il loro enorme fabbisogno quotidiano non lascia più sufficiente cibo per gli altri animali. Questo causerebbe una riduzione drastica del numero di tutti gli erbivori e di conseguenza anche dei predatori. Negli ultimi anni, in diverse zone del Paese, gli elefanti hanno ampliato i loro territori vitali, abbattendo le recinzioni e uscendo dai parchi, avvicinandosi quindi sempre più ai centri abitati. Qui hanno distrutto intere coltivazioni e causato la morte di diversi piccoli proprietari di orti che per difendere la loro proprietà, unica fonte di sostentamento per tutta la famiglia, hanno tentato di fronteggiare i pachidermi per cacciarli via. Per aiutare la popolazione locale il governo del Botswana ha rilasciato ora settanta permessi per far abbattere gli elefanti che si trovano al di fuori dalle aree protette, attività che si traduce in importanti interessi economici. Una soluzione alternativa per evitare la riproduzione così veloce degli elefanti potrebbe essere la sterilizzazione dei maschi che però, al contrario del rilascio dei permessi di caccia, richiederebbe degli investimenti molto elevati. Il problema persiste e forse dovrebbe essere affrontato diversamente, in quanto non è vero che in Africa ci sono troppi elefanti, ma aree protette troppo ristrette.

 

Il momento dello scatto

Dalla collina scendemmo verso il fiume dove si apriva uno scenario lussureggiante e tanto ricco di fauna da poterlo paragonare a una sorta di Eden. Attraversato un profondo avvallamento scorgemmo sulla sponda opposta diverse famiglie di elefanti che convergevano verso una pozza. Indicai alle guide la posizione da prendere con i fuoristrada sia per poter sfruttare al meglio la direzione della luce che per trovare uno sfondo favorevole rispetto al punto in cui prevedevo si sarebbero incontrati i pachidermi. Era un pomeriggio piuttosto caldo ed ero certo che non si sarebbero accontentati di fermarsi qualche minuto ad abbeverarsi per poi riprendere il loro cammino. Iniziò così il rito di riconoscimento tra le famiglie, con i più piccoli costantemente protetti tra le zampe delle madri. Poi arrivarono i maschi solitari a creare scompiglio, mettendo in agitazione giovani femmine e matriarche. L’ennesimo show della Natura tenne tutti immobili e con gli occhi fissi.
Dalla nostra posizione si vedevano le proboscidi incrociarsi con le zampe, le zanne con le code e così via, offrendo infinite possibilità di composizione fotografica. Utilizzai uno zoom supertele per cercare l’inquadratura migliore e appiattire l’immagine, riportando su una stessa distanza i tanti elefanti in contino movimento. Attesi quindi il momento di massima concentrazione alla pozza per poter riempire il fotogramma. Impostai il diaframma a f10 per avvicinarmi alla massima qualità offerta dalle lenti (indicativamente in prossimità della metà tra diaframma tutto aperto e tutto chiuso), cercando il giusto equilibrio con i tempi (facendo attenzione che non fossero troppo lenti in quanto scattavo a mano libera) e la sensibilità ISO (più bassa possibile per evitare il rumore elettronico o come si diceva tempo fa: la grana).

 

Dati tecnici

Data: 28 Agosto 2019
Corpo macchina: Nikon Z6
Obiettivo: Nikon 200/500 f5,6 E ED VR
Lunghezza focale al momento dello scatto: 260 mm.
Apertura diaframma: F10
Tempo otturatore: 1/320
Compensazione esposizione: 0
Sensibilità sensore: ISO 320
Modo di ripresa: A (priorità di diaframmi)

 

 

Viaggia con Davide Pianezze: www.fattoreulisse.com